Scuola primaria Montessori statale di San Polo in Chianti, 7 gennaio 2025
Con l’inizio del 2025 inizio anche questa rubrica di informazione costante sull’evoluzione della scuola primaria di San Polo.
San Polo è una scuola nata otto anni fa, nel 2017, i bambini che all’inizio di questa esperienza erano in prima elementare adesso sono in terza media. Tra alti e bassi, aspirazioni stellari e frustrazioni al confronto con la realtà un po’ scadente che ci circonda, credo proprio che quello che esiste in questo momento è qualcosa di valore. Durerà? Ho i miei dubbi. Ma intanto esiste, e non è poco.
Nato come scuola statale “Montessori” (con tutte le speranze ed i limiti che questo significa nella maggior parte delle esperienze “Montessori” italiane), anno dopo anno, mese dopo mese, siamo andati molto oltre il minimo richiesto per essere riconosciuti come scuola Montessori statale. Da oggi, voglio iniziare a parlare di un Modello San Polo, su una strada che vorrei chiamare anche “Educazione e pace”, perché oltre che qui potrebbe esistere in tanti altri luoghi. Sì, Educazione e pace significa davvero Montessori, perché un Montessori autentico è per prima cosa un’educazione che costruisce la pace. Deve essere, beninteso, un Montessori con tutti i crismi. Probabilmente è qualcosa di raro nel mondo di oggi, forse inesistente o quasi in Italia, ma di questo scriverò in futuro.
Oggi parlo di San Polo. Ispirati da alcune scuole Montessori di veramente grande qualità, che con alcune colleghe abbiamo iniziato a visitare grazie ai finanziamenti Erasmus, proviamo a procedere verso quella direzione. Verso una comunità di apprendimento dei bambini, di età miste, basata sulla libera scelta, sul senso di responsabilità individuale e su un sentimento di cooperazione comunitaria e di appartenenza univerale, guidata dai bambini. Possiamo chiamarla scuola? Beh, noi lo facciamo, anche se non è l’idea di scuola diffusa tra la maggior parte di persone che conosco.
Ma oggi, cosa abbiamo fatto?
Le classi terza, quarta e quinta ormai sono talmente aperte e fluide che i bambini passano la maggior parte del loro tempo lavorando in gruppi di età mista. Le aule non corrispondono alle classi di età, ma alle aree disciplinari che contengono i materiali relativi: area matematica, area del linguaggio, area della conoscenza generale. Sì, “general knowledge”, come si dice in inglese, perché il termine Educazione Cosmica rischia di essere fuorviante se lo applichiamo ai contenuti e non, più propriamente, alla struttura stessa con cui il mondo viene assorbito dal bambino di questa età.
Oggi i nostri tre team hanno cambiato aula-base, perché comunque, nei rari momenti in cui la classe di età si ritrova, deve pur aver casa in un’aula. Fino a Natale io e la mia collega avevamo base in aula matematica, che nei momenti di conclusione del lavoro raccoglieva i bambini di classe terza, del cui apprendimento siamo responsabili. Sì, è vero, assistiamo tutti i bambini che lavorano nella nostra aula, anche quelli di quarta e di quinta, e viceversa i bambini di terza lavorano spesso in altre aule con altri insegnanti e materiali di altre aree disciplinari… però c’è sempre un richiamo dell’aula base, perciò come team e come classe stiamo provando a ruotare aula disciplinare ogni tre mesi. Dopo tre mesi abbondanti di casa in matematica, oggi ci siamo trasferiti in linguaggio (italiano, inglese, arti).
Abbiamo bambini straordinari, siamo fieri di come stanno crescendo come gruppo, hanno lavorato con passione, pazienza, cura e capacità cooperativa, per trasformare quest’aula nella nostra nuova casa. Abbiamo rimosso cartelloni in eccesso, risistemato tutta l’area della cancelleria, ricollocate le immagini appese alle pareti e i cartelloni, alleggerito l’ambiente e prodotto spazio per i nostri nuovi lavori ed esperienze. Quasi tre ore di lavoro insieme, poi ci siamo presi un attimo di tregua, ci siamo guardati soddisfatti e ci siamo detti: per stamani è abbastanza. Adesso che abbiamo fatto casa, possiamo cominciare a lavorare. E domani, cosa succederà?
A un bambino abbiamo chiesto: come ti senti in questo rientro? Sconvolto, ma felice, ha risposto.